Tranquilli. Non scriverò, di nuovo la genesi di Ju29ro e cosa successe  nel maggio 2006, oramai lo sappiamo tutti. Sappiamo come ci affondarono e  sappiamo chi venne avvantaggiato e come. Scriverò qualcosa di più  intimo, una sorta di backstage che evidenzia il lato debole piuttosto  che quanto di positivo è sorto e rimasto dall'incontro in poi.
La  naturalezza nel ricercarci, nell'unirci a cercare verità e giustizia si  è modificata giocoforza nel tempo in domande lecite tra persone con  nessuna velleità di sfruttare una passione per inventarsi lavori o  popolarità, quindi: quanto andiamo avanti? Per quanto tempo tocca  resistere? Quando torniamo esclusivamente a tifare e a prender tutti per  il culo e basta?
L'idea non prevedeva scadenze ma nemmeno un  impegno a tempo indeterminato, quindi la logica ci ha aiutato a capire  che tutto è nato e tutto sarebbe morto con Calciopoli. Perché è il tempo  l'arma più devastante usata in questi casi, lento e veloce a seconda  delle necessità. A girare o a non girare la clessidra sempre la stessa  mano, veloce quando deve incolpare, lenta o monca quando deve  prescrivere. Incoscienti all'inizio, si diventa poco a poco consci che  la nostra clessidra personale è rappresentata dal processo di Napoli e  dalla sentenza di terzo grado su Calciopoli.
Il nostro scopo è  raggiunto, informare e divulgare, ovviamente tra mille difficoltà e poca  visibilità se non la rete e non tutta. Possiamo dire, con orgoglio, che  oggi Calciopoli è percepita come una porcata da tutti i sostenitori  Juventini, nessuno escluso. Un'irrefrenabile lava di informazioni e  notizie comprovate ha raggiunto gli angoli più remoti della penisola e  ha valicato anche i confini nazionali. Non c'è più nemmeno il giapponese  sull'isola deserta perché dove non arriva la rete c'è il passaparola.  Anche mio padre sa. E se anche mio padre sa, allora lo sanno tutti. E  non è giapponese.
Dalla sentenza della Cassazione in poi la  sensazione diffusa nel gruppo è quella che, se vorranno, saranno altri a  prendere il testimone con la fortuna di poter attingere comunque  all'archivio storico di Ju29ro per poter sempre e comunque dimostrare  cos'è stata Calciopoli e a cosa è servita. Il sito è sempre vivo e non  morirà mai.
Ecco, questa è l'idea. Poi però ti fermi a pensare a  quanto successo in sette anni parallelamente a Calciopoli, e ti accorgi  che il giochetto non si ferma, mai. Non si ferma più. Ti accorgi che il  giochetto ha funzionato a dispetto di tutto e di tutti,  nell'indifferenza quasi totale delle istituzioni, anzi. Supportato da  quel circolo privato cui si accede ad invito, che regola la giustizia  sportiva e dove campeggia alto il motto "La legge è uguale per tutti  quelli che vogliamo noi".
Tra tutte le ombre dei sette anni, e  son tante, ti accorgi anche di quell'eclisse preannunciata; intravedi il  solito metodo, tra stadi che rischiano il crollo, tunnel che nemmeno  Diabolik, discriminazione razziale, territoriale e cromatica, ma quello  che spicca forte è il calcioscommesse.
Quante squadre hanno speso  tanto tanto e in proporzione hanno vinto poco poco? Una era l'Inter  pre-Calciopoli, che in 5 anni di nostra forzata assenza ruggiva quasi  sempre in fuorigioco o da dietro un fischietto, e poi? Chi c'è ancora  che aspetta il suo turno? La Roma attaccata alla bombola di Unicredit?  La Fiorentina che meriterebbe non fosse altro per il miglior gioco mai  espresso in serie A? Il Milan del 7 sulla manica che stona più del 30  sul campo ma nessuno dice niente? Qualcun altro ha qualcosa da  reclamare? Vogliamo far scrivere finalmente un bel copione a De  Laurentiis? Serve qualcosa a Lotito? Basta chiedere eh.
Attenti  dunque al Calcioscommesse, perché il giochino è sempre dietro l'angolo,  Conte ci è già passato una volta e come ha sentito di nuovo la puzza,  non sentendo nessuna frase tipo: "Siam vicini alla squadra e  all'allenatore", si è immediatamente preoccupato di diffondere un  comunicato a protezione della sua immagine,  perché va bene esser gobbi ma a furia di testate in faccia uno poi si  stanca e se ne va. E' questo l'obiettivo? Prima era Moggi quello troppo  bravo oggi è Conte? Fatecelo sapere eh.
Così come è già successo  lo schema si ripete: un paio di nomi altisonanti Signori e Mauri ieri,  Gattuso e Brocchi oggi per le fanfare, i titoloni sui giornali, attirare  tutta l'attenzione e subito dopo gli schieramenti a protezione da parte di giornalisti, TV, calciatori ed ex-campioni a spergiurare il coinvolgimento degli illustri (cosa che non successe per Conte, Bonucci e Pepe) e poi però il cerino in mano a qualcuno deve rimanere.
Nemmeno  la voce di Agnelli, figuriamoci quella di Marotta, servirebbe ad  allentare la morsa, piuttosto, qualora servisse, sarebbe l'ennesima  occasione per John Elkann di dire, o di farsi suggerire, qualcosa di  juventino, fortemente juventino. Perché siamo stanchi di scavare da una  parte e riempir buche dall'altra. Siamo stanchi di dover imparare a  difendere la passione che lui, per primo, dovrebbe avere.
Ho come  la sensazione che, qualora ci riprovassero, ci troveranno di nuovo in  piedi, nel fortino perché, nonostante le idee, la stanchezza, nascere e  morire con Calciopoli, non ci credo nemmeno se lo vedo che la gente che  ho imparato a conoscere in Ju29ro rinuncerebbe a difendere ancora la  Juventus. Se dovessero continuare ancora col giochino "rinchiudi il  gobbo se è troppo bravo" troveranno ancora Ju29ro e molti altri a  scavare e a riempir buche. Intanto domenica si va a Bergamo a ricordare  ai ragazzi che c'è uno scudetto, il terzo di fila e il trentaduesimo  della nostra storia, da portare a casa.
Sette anni in Internet
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 - By Mario Pirovano
 
	      
