Un giorno di maggio 2011. Il Mister dice: “scaldati”. Sono arrivato da  poco nel calcio italiano, ma quel messaggio ormai mi è chiaro: tra poco  toccherà a me, entrerò in campo. Giocherò gli ultimi dieci minuti. Il  risultato è in parità, chissà se riuscirò ad essere decisivo.
Un  giorno di luglio 2012. E' passato più di un anno da quella partita. Il  procuratore federale mi dice: “scaldati”. Sono arrivato da poco nello  scandalo delle scommesse, ma quel messaggio mi pare chiaro: tra poco  toccherà a me, entrerò nella macchina del fango della partita  Novara-Siena, chissà se risulterò decisivo.
Come allora entro in  campo tardi, la prima dichiarazione di Carobbio 1.0 relativa a quella  partita è datata 29 febbraio 2012, appena quattro giorni dopo quel  Milan-Juventus reso famoso dal “gol di Muntari”, e non parlava di me. Da allora tante dichiarazioni e ricerche di riscontri da parte della Procura. 
8 marzo: Vitiello, Coppola, Gheller e Drascek; 
12 marzo: interrogatorio PM Gervasoni; 
15 marzo: Fontana; 
26 marzo: Ficagna e Pignotti; 
27 marzo: Mastronunzio; 
13 aprile: Gervasoni e Bertani; 
17 aprile: interrogatorio PM Carobbio 2.0, e anche qui nulla su di me;
 8 giugno: interrogatorio PM Gritti; 
10 luglio di nuovo Carobbio 3.0. 
Ed ecco che finalmente entro in scena.  A dieci minuti dalla fine, tirato in ballo dal Carobbio 3.0 e solo da  lui. La mia audizione sarà la penultima, in data 13 luglio, lo stesso  giorno di Sestu e Conte, dopo Coppola (11 luglio) e Mezzaroma (12  luglio). Dopo di me ci sarà soltanto Erodiani a chiudere il filone  d’indagine il 16 luglio.
Il “rinvio a giudizio” arriverà pochi giorni  dopo: illecito sportivo. Dice Carobbio 3.0 che durante il riscaldamento  gli avrei chiesto come comportarmi in campo. Sarei stato confuso dalle  parole dette nella la riunione tecnica pre-gara dal Mister, il quale,  davanti a tutti, avrebbe apertamente parlato di pareggio aggiustato.  “Fai movimento, senza segnare” sarebbe stato il consiglio.
Quindi  l’entrata in scena in zona Cesarini di Larrondo (e di Sestu, altro caso  dell’ultima ora) nel teorema del procuratore Stefano Palazzi  equivarrebbe al classico coniglio cilindrato tirato fuori in extremis  con lo scopo di confermare a tutti gli effetti l’impatto del presunto  discorso di Conte pre-gara sulla genuinità dello svolgimento e del  risultato sportivo di Novara-Siena: parlando, infatti, avrebbe così  influenzato il modo di comportarsi in campo di Larrondo. 
Dunque  illecito sportivo richiesto per Antonio Conte. Ed invece no! "Soltanto"  omessa denuncia per il Mister, il quale per la Procura evidentemente non  può essere ritenuto responsabile per un eventuale comportamento  scorretto di Larrondo. Dato per assodato che Palazzi ha creduto in toto a  Carobbio versioni 1-3.0, probabilmente la scelta se accusarlo o meno di  illecito sportivo ballava attorno a Larrondo (e Sestu), sfortunato  rispetto a praticamente tutti i suoi compagni di squadra per essere  stato stranamente tirato in mezzo in extremis dal Carobbio versione 3.0,  ovvero dopo ben due precedenti interrogatori nei quali il giocatore  argentino non era mai stato citato. 
Compagni di squadra, invece, “la  cui condotta deve essere valutata in termini di omessa denuncia ex art.  7, comma 7, del Codice di Giustizia Sportiva” (Deferimento Palazzi  25.7.12, pag 59). Condotta evidentemente già valutata per Angelo Alessio  ed il resto dell’entourage di Conte, tutti deferiti, a differenza dei  giocatori, “per avere omesso di denunciare tempestivamente alla procura  federale i fatti integranti illecito sportivo dei quali sono venuti a  conoscenza” (Deferimento Palazzi 25.7.12, pag 60).
(Palazzi ha accettato oggi per Larrondo un patteggiamento a 3 mesi e 20 giorni per la sola omessa denuncia, ndr)
La strana storia del dottor Larrondo
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 - By Stefano Abruzzese
 
	      
